
Lucio Amelio : Innovazione e Influenza nel panorama artistico
Il rapporto tra Lucio Amelio e Napoli è una storia intrisa di amore e rispetto,
Vissuta sempre lontano da facili retoriche.
Lucio Amelio (1931-1994) è stato uno degli indiscussi protagonisti della scena artistica contemporanea di Napoli. Grazie ad una inesauribile sperimentazione, avviata con l’apertura nel 1965 della galleria indipendente “Modern Art Agency”, ha contribuito a rendere la città di Napoli uno degli epicentri – a livello sia nazionale che internazionale – della produzione d’arte e della riflessione critica.
Un artista inizialmente compreso da pochi, ma successivamente apprezzato da molti, mai profeta nella propria terra, dotato di un carattere deciso e profondamente perfezionista.
È stato un gallerista, attore, scrittore e un pensatore visionario, le cui idee geniali si proiettavano verso il futuro dell'arte contemporanea. Grazie alla sua lungimiranza, ha promosso la crescita di questo ambito, offrendo ai grandi artisti dell'epoca l'opportunità di partecipare a importanti manifestazioni. Inoltre, ha contribuito significativamente alla scena culturale di Napoli, trasformandola in un palcoscenico ideale per ospitare celebri maestri dell'arte contemporanea.
Amava il canto ed era un grande appassionato delle canzoni degli anni Cinquanta. Non a caso incise un disco, "Ma l'amore no", prodotto da Lino Vairetti e Giorgio Verdelli.

Il suo instancabile impegno artistico, che abbracciava pratiche concettuali e performative, oltre a campi come la fotografia, il cinema, il teatro, la letteratura e il suono, si è sviluppato attraverso progetti di arte pubblica, attività editoriali e l'organizzazione di mostre sia personali che collettive.
Le sue esposizioni pionieristiche, in particolare, non solo furono determinanti per il riconoscimento di movimenti come l'Arte Povera e la Transavanguardia, ma esplorarono e approfondirono le connessioni e le divergenze tra artisti europei e americani, come Andy Warhol e Joseph Beuys, con i quali curò una mostra congiunta che non solo mise in risalto il suo ruolo di mediatore nel panorama artistico, ma evidenziò anche il suo impegno nel sostenere idee innovative e nell’incoraggiare lo scambio fertile tra differenti correnti artistiche. Un elemento centrale della sua influenza fu proprio la capacità di promuovere collaborazioni tra artisti. Queste iniziative svolsero un ruolo fondamentale nell'ampliare gli orizzonti dell'arte di quel tempo.
Amelio si distingue per un'attività espositiva focalizzata sui rappresentanti di spicco dell'arte europea e americana degli anni '60 e '70, tra cui Warhol, Rauschenberg, Kounellis, Paolini, Buren e Gilbert & George. Allo stesso tempo, dimostra una significativa apertura verso i giovani artisti emergenti dell'epoca, impegnati a consolidare la propria ricerca tra il post-concettuale e la Transavanguardia, come De Maria, Ontani, Paladino e Tatafiore. In seguito al terremoto che colpì duramente la Campania e l'Irpinia, nel 1980 concepisce "Terrae Motus", una mostra che coinvolge artisti internazionali per affrontare il tema della catastrofe attraverso un linguaggio iconografico. Questa
collezione è oggi esposta in modo permanente alla Reggia di Caserta. L'iniziativa testimonia l'identità di un gallerista che non si limita a perseguire il proprio interesse personale, ma si impegna in una prospettiva più ampia e collettiva.

Un ulteriore esempio di questo approccio è rappresentato dalla collaborazione con la Soprintendenza del Museo di Capodimonte tra il 1978 e il 1987, attraverso una serie di esposizioni dedicate ad artisti ormai classici ma ancora legati alla modernità, come Burri, Warhol e Beuys. Inoltre, Amelio estende la sua attività al panorama internazionale con la creazione a Parigi di "Piece Unique", una galleria innovativa che propone imponenti installazioni visibili direttamente dalla strada.
Lucio Amelio, una delle personalità più influenti del mondo dell'arte nel ventesimo secolo, è stato un uomo che, partendo dalla sua Napoli, ha saputo imprimere un'impronta duratura sulla scena artistica internazionale.
Testo scritto da Maria Di Stasio
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